Si chiamano città 15 minuti: quando le scoprirai non le vorrai più lasciare

Città 15 minuti, una novità partita da un’idea che sembrava irraggiungibile: scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.

La città ideale, quella che si rende più che mai funzionale alle esigenze dei cittadini. Il luogo in cui lo spazio si annulla e in cui spostarsi ha un effetto mai negativo sull’ambiente. Un progetto ambizioso, qualcosa che in certe città ha iniziato a prendere forma. Una sorta di preventivo contesto.

cosa sono le città 15 minuti
Città 15 minuti: ecco di cosa si tratta Galleriaborghese.it

Il tessuto sociale, oggi è più che mai attraversato da numerose ipotesi di vita, modalità di esistenza all’interno di città spesso sempre più complesse per l’appunto da vivere e da gestire. Ecco che a questo punto, una sorta di utopia, torna più che mai attuale e realizzabile. L’idea centrale ha un nome preciso, quello della città di 15 minuti, un luogo in cui lo spazio si annulla e dove qualsiasi punto della città stessa può essere raggiunto nel breve tempo grazie a l’interscambio di precise dinamiche, tutte incentrate sulla funzionalità dello stesso contesto.

Si chiamano città 15 minuti: il mezzo di trasporto perfetto e le visioni conseguenti

L’espressione nasce dalla visione dell’urbanista franco colombiano Carlos Moreno, docente alla Sorbona. Era il 2016 e in un articolo pubblicato su “La Tribune”, Moreno si esprimeva in questo modo: “La città del quarto d’ora: per una nuova pianificazione cronourbanistica. Conciliare le esigenze della città sostenibile ma anche i nuovi ritmi con altri modi di vivere, abitare, lavorare e divertirsi”.

L'idea centrale ha un nome preciso, quello della città di 15 minuti, un luogo in cui lo spazio si annulla e dove qualsiasi punto della città stessa può essere raggiunto nel breve tempo grazie a l'interscambio di precise dinamiche, tutte incentrate sulla funzionalità dello stesso contesto.
Città funzionale per i cittadini – Galleriaborghese.it

Un nuovo intervento forte da parte da parte dello stesso Moreno arriva poi nel 2020, quando parla di offrire una idea di città che va dalla parte opposta rispetto a quanto imposto dall’urbanistica moderna. Al centro della visione dell’urbanista c’è il concetto di pianificazione rispetto alla stessa evoluzione della grande città.

Una visione, che negli anni ha generato anche spesso dissapori i una fetta spesso consistente di cittadinanza. C’è chi non crede all’opportunità di tale ipotetico contesto, l’utilizzo di certi mezzi di trasporto a discapito di altri, per intenderci. In ogni caso in qualche città, in tal senso, qualcosa sta muovendosi.

Tra le sperimentazioni relative all’idea citata possono essere citate quelle di Barcellona con il modello dei super blocchi, spazi di 400 metri per lato in cui poter accedere solo ed esclusivamente se residenti e con limite di velocità di 10 km orari. Il tutto compreso di piste ciclabili, aree verdi ecc.

C’è poi Parigi, con le scuole al centro di un progetto ben preciso. Il centro dell’organizzazione della vita familiare, con un istituto ogni 300 metri, tutto insomma rientrante nell’ottica delle distanze abbattute. Infine Bogotà con la politica di investimenti sui mezzi pubblici per combattere le disuguaglianze e l’innovazione, cosi come successo, per esempio, per Los Angeles. L’utopia, insomma, in tal senso, può avvicinarsi alla realtà e contraddistinguerla, caratterizzarla attraverso l’innovazione e la funzionalità stessa delle diverse città.

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