Università, per gli italiani ne vale ancora la pena? Mantenere un figlio agli studi è un salasso ed i risultati non sono garantiti

Vi siete mai chiesti quanto costa laurearsi in Italia? Un vero salasso! Questo spiega il perché in pochi finiscono l’Università.

In Italia il tasso di laureati continua a essere sotto la media europea, con una percentuale inferiore al 30%. Sono il 26,8% gli italiani con un titolo di istruzione superiore. Una situazione che mantiene il Paese fanalino di coda nel vecchio continente. Negli ultimi anni il numero delle persone che ha completato gli studi universitari è cresciuto fino al 60,9% ma resta ancora alta la percentuale di chi abbandona il sogno di laurearsi o di chi rinuncia a immatricolarsi.

Perchè ancora pochi italiani si laureano
Perché in Italia pochi si laureano – galleriaborghese.it

Le motivazioni per cui la percentuale dei laureati è così bassa sono molteplici, non sono esclusi i costi che ci vogliono per mantenere un figlio nei suoi studi. Questo perché bisogna affrontare tante spese per immatricolarsi, che salgono per chi vive in città o paesi distanti dalla sede universitaria. Poi c’è il mercato di lavoro che risulta difficile da conciliare con il tempo dedicato allo studio, ma anche le mancanze di opportunità dopo la laurea.

Quanto costa andare all’Università, spese notevoli

In Italia, come detto in precedenza, pochi possono permettersi di andare all’Università e cominciano a lavorare subito dopo il diploma. L’abbandono scolastico è altissimo anche nelle scuole superiori. Il tasso di chi completa l’Università è ancora basso, principalmente a causa dei costi e dell’impossibilità di conciliare studio e lavoro. Alcuni studi svelano quanto costa effettivamente studiare in Italia e ben pochi possono permetterselo.

Quanto costa l'Università: un salasso
Quanto costa andare all’università in Italia – galleriaborghese.it

Le spese universitarie da affrontare sono infatti molteplici. Si pensi ad esempio i costi della retta universitaria, che vanno dai 5.000 ai 15.000 euro per le lauree triennali e specialistiche. Le spese mensili possono ammontare a un minimo di 600 euro fino ai 3000 euro. Poi bisogna aggiungere il costo di abitare fuori casa, che può arrivare fino a 20.000 euro all’anno. Ovviamente queste cifre sono impossibili per chi rientra in un reddito basso, anche se alcune università pubbliche agevolano chi ha l’ISEE basso.

Tuttavia la spesa pubblica annuale per le università pubbliche è inferiore alla media europea, ovvero di 9,352 euro contro i 13.125 euro. Eppure le borse di studio sono importanti per garantire il diritto di studio anche alle fasce meno abbienti, che vedono preclusa la loro possibilità di laurearsi perché spesso i fondi non sono sufficienti.  Per i fuorisede tra la II e III fascia di reddito, secondo Federconsumatori (ISEE non superiore a 20.000 euro), si arriva a spendere tra gli 8.000 e i 9.000 euro all’anno. Il costo totale di una triennale può arrivare fino ai 30.000 euro e 50.000 euro per le magistrali.

Laurearsi poi non significa avere più chance nel mondo del lavoro. Uno studio di Almalaurea ha rivelato che un laureato in Italia deve attendere cinque anni per avere un lavoro di 1400 euro. Questo significa che i genitori sono costretti a mantenere i loro figli, anche nel post laurea. La soluzione che stanno adottando molti giovani, infatti, è quella di andare all’estero per trovare lavoro, contribuendo a una diminuzione del tasso di natalità.

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