A volte pensate di amare il vostro partner e, altre volte, vorreste lasciarlo? Niente paura: non siete pazze. Vi spieghiamo perché succede.
La coppia perfetta e sempre felice non esiste: alti e bassi sono comuni a tutte le relazioni. Ma perché a volte pensate di amare il vostro partner mentre altre sentite di non amarlo affatto e vorreste solo lasciarlo? Non siete né pazze né bipolari, tranquille. Vediamo insieme cosa dicono gli esperti.

C’è chi è più portato ad avere relazioni di coppia stabili e chi, invece, sta meglio single. Non c’è un modo giusto e uno sbagliato di vivere: l’importante è stare bene con se stessi ed essere felici senza danneggiare nessuno. Tuttavia ci sono persone che, da un lato vorrebbero stare in coppia, ma poi fanno fatica a portare avanti una relazione perché tendono a voler allontanare il partner.
Non si tratta né di cattiveria né di disturbi mentali. Il classico atteggiamento “oggi ti amo, domani non ti amo” è piuttosto ricorrente sia tra le donne sia tra gli uomini e non ha nulla a che vedere con il bipolarismo né con l’egoismo o con la pazzia. Le origini di questo modo di relazionarsi sono da ricercarsi nell’infanzia che una persona ha vissuto.
Ti amo ma non ti amo: ecco perché succede
A tutte e a tutti può succedere di rendersi conto di non essere più innamorate o innamorati del proprio partner. A questo punto, se l’amore non c’è più, va da sé che la cosa migliore per entrambi è troncare la relazione: in questo modo ciascuno sarà libero di vivere la propria vita e incontrare qualcun altro. Ma che succede se, invece, dentro di voi non sapete bene che cosa provate? Che succede se un giorno sentite di amare il vostro compagno o la vostra compagna mentre, il giorno dopo, ogni suo gesto vi infastidisce e vorreste solo lasciarlo/a?

Gli esperti di psicologia sostengono che il modo in cui noi ci relazioniamo agli altri dipende dalla relazione primaria che abbiamo avuto con i nostri genitori durante la nostra infanzia. La psicologia ritiene che, se il bambino ha avuto affetto, attenzioni, cure, sviluppa una forma di “attaccamento sicuro”. Al contrario il bambino trascurato o figlio di genitori ansiosi, svilupperà un “attaccamento disorganizzato“. Chi ha sviluppato un attaccamento sicuro, avrà fiducia in se stesso e nelle relazioni: saprà stare con gli altri senza perdere la propria autonomia e senza annullarsi. Chi, invece, non ha avuto una buona relazione con i genitori durante l’infanzia sarà un adulto con scarsa autostima che potrà sviluppare due tipi di atteggiamento:
- cercherà di scappare da se stesso rifugiandosi nel partner;
- cercherà di proteggersi da ogni partner con relazioni altalenanti, i classici “tira e molla”.
Naturalmente questo tipo di rapporto è logorante per entrambe le parti coinvolte. Dunque, una volta presa coscienza di questo meccanismo, la cosa migliore è lavorare su se stessi per non reiterare gli stessi atteggiamenti che fanno stare male sia noi sia gli altri.