Tasse casa, il Governo annuncia la modifica: stravolgimento totale, quanto bisognerà pagare

Il Governo Meloni sta lavorando per alcune modifiche sostanziali riguardo le tasse sulla prima casa: una rivoluzione che, se messa in atto, sicuramente porterà delle novità importanti.

Gli Italiani e la casa di proprietà: un tema sicuramente molto vasto e importante, dato che per molti è ancora impossibile accedere ai mutui, vista la precarietà del mondo del lavoro. Secondo l’Ufficio Studi Gabetti – in una ricerca riportata sul sito Idealista.it – nel 2023 circa il 90% delle persone che hanno comprato casa sono al primo investimento: il 61% è rappresentato dalle famiglie, il 29% giovani coppie e solo nel 10% dei casi single.

Tasse casa
Tasse sulla prima casa (www.galleriaborghese.it)

Per riuscire ad acquistare l’immobile, però, bisogna tenere conto di un altro fattore molto importante, ovvero l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). Il dibattito infatti in questi giorni sta interessando il Governo, che ha svolto un tavolo interministeriale tra il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo e il Presidente del Forum delle Associazioni Famigliari, Adriano Bordignon. Un incontro – a cui hanno fatto sapere i diretti interessati – ne seguiranno altri per poter apportare delle migliorie sul sistema Isee.

Isee prima casa: cosa cambierà

Attualmente il sistema Isee – che prevede di includere il valore della prima casa – penalizzerebbe alcune tipologie di famiglie, come coloro che hanno una casa di modesto valore in una zona ad alta pressione immobiliare oppure che hanno ereditato una casa di famiglia. L’idea del Governo è quella di rimodulare questo peso, riducendo quindi l’apporto che la prima casa ha sul reddito equivalente. In questo senso si punta a trovare una soglia di esclusione o appunto un ridimensionamento del valore dell’immobile ai fini dell’Isee.

Tasse prima casa
Modifica delle tasse sulla prima casa (www.galleriaborghese.it)

Il Forum delle Associazioni famigliari infatti chiede da anni che ci sia una riforma dell’Isee, ritenuto poco valido per via delle scale di equivalenza utilizzate (ad ogni membro della famiglia viene attribuito un valore numerico) e per l’impatto negativo che ha appunto sul valore della prima casa. Per questo ad esempio viene suggerito di utilizzare ai fini di calcolo il reddito netto e non lordo.

Una rivoluzione tutt’altro che semplice, visto che il tavolo interministeriale deve riuscire a trovare eventuali coperture finanziarie in modo da coprire la diminuzione delle entrate per lo Stato e per gli Enti Locali. La norma di riferimento è quella del Decreto del Consiglio dei Ministri 159/2013. Il costo della riforma è valutato in centinaia di milioni di euro e perciò bisognerà vedere se si potrà allargare la platea dei beneficiari di un’eventuale cambiamento, ma questo compito spetterà al Ministero dell’Economia.

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