Succede a volte che persone dichiarate morte siano in realtà ancora vive. Ma perché questo succede?
“Mi perdevo in fantasticherie di morte e il pensiero dell’inumazione prematura mi ossessionava costantemente il cervello”. Così scriveva Edgar Allan Poe in un passo del suo racconto “La Sepoltura Prematura”, che ha certamente causato incubi a più di qualcuno.
Sicuramente ‘idea di essere inumati quando ancora non si è morti è una delle paure più profonde, ed anche più comuni, dell’essere umano. Soprattutto dal momento che ancora oggi, in pieno terzo millennio, esistono casi di morte apparente che a volte, per fortuna non spesso, portano alla sepoltura prematura di persone che in realtà sono ancora vive.
Nella sfortuna, tuttavia, ci sono persone che pur essendo dichiarate morte anche senza esserlo, non vengono inumate, ma i servizi funebri riescono ad accorgersi dell’errore e a rimediare prima di seppellire viva una persona. È successo ancora una volta proprio nei giorni scorsi, negli Stati Uniti, dove una donna ha rischiato di trovarsi in una situazione degna di Edgar Allan Poe.
Le cause più comuni di morte apparente
Una donna di 82 anni, residente in una casa di riposo, è stata dichiarata morta ma trovata ancora viva dall’impresa di pompe funebri che era andata nella sua stanza per prepararla al suo ultimo viaggio. Un’esperienza a dir poco traumatica per la vecchina che abita a New York, la quale pur malata non si aspettare di essere pronta per l’inumazione.
Ma non è il caso isolato: ci sono molte cause di morte apparente che possono far accadere casi di questo genere. E non si tratta solamente di negligenza o di scarsa attenzione al momento della dichiarazione della morte, ma a volte ci si può trovare di fronte a casi medici che non hanno alcuna soluzione e richiedono la pazienza di aspettare per dichiarare la morte di una persona.
Alcuni farmaci possono essere la causa di fenomeni di morte apparente, come il diazepam e l’alzalopram. Queste due sostanze producono un effetto “morte presunta” dal momento che riducono drasticamente sia la frequenza cardiaca sia la respirazione, pur mantenendo il cervello preservato dalla mancanza di ossigeno.
Il sonno causato da queste sostanze dunque può far passare il paziente per morto, ma questo stato cessa completamente quando il paziente si risveglia. Anche gli svenimenti o la prolungata immersione in acqua fredda possono provocare questo tipo di sintomatologia. Tanto che a seguito di una rianimazione cardio polmonare da annegamento è prassi attendere anche una decina di minuti prima di dichiarare il decesso del paziente.
