Nel 2024 sono aumentati gli stipendi di 180 euro al mese, ma solo per una categoria di lavoratori e a determinati requisiti.
Il più grande desiderio dei lavoratori italiani è quello di vedere un aumento delle loro retribuzioni. Negli ultimi anni è aumentato il caro vita, a seguito dell’inflazione, ma purtroppo gli stipendi sono quasi sempre gli stessi. Questo lascia gli italiani in una situazione di incertezza economica e scarse possibilità di pianificare il proprio futuro. Ma cosa cambia nel 2024? Si è parlato negli ultimi tempi di flat tax, di stipendio minimo, dove l’ultimo è rimasto fermo al palo.
Tuttavia, nel 2024 gli stipendi hanno subìto un aumento, questo però di poche centinaia di euro e non per tutti i lavoratori dipendenti. Si parla dunque di un bonus, che coinvolge una categoria di persone che può richiederlo per ottenere un piccolo aumento del reddito. Innanzitutto riguarda le persone precarie dell’insegnamento, che possono richiedere un incentivo economico, detto bonus docente.
Bonus docente, cos’è e come richiederlo
Il mondo dell’insegnamento è uno dei più tartassati in Italia. Il precariato nella scuola è purtroppo una triste realtà dovuto a pochi investimenti nell’Istruzione. Eppure è un’istituzione molto importante, perché la formazione è un investimento molto importante per entrare nel mondo del lavoro. Tuttavia, nessun Governo si è realmente impegnato per investire sulla scuola pubblica come si dovrebbe.
Questo significa che una buona parte di docenti non ha la cattedra, quindi è precario. Un insegnante precario non ha basi solide nel mondo del lavoro e non ha un’occupazione continuativa e ben retribuita. Recentemente ci sono stati tantissimi ricorsi e molti di questi sono stati accolti dai diversi tribunali italiani, per riconoscere agli insegnanti precari il diritto di ottenere una Retribuzione Professionale Docente, pari a 180 euro per ogni mese prestato.
Poi c’è il Bonus Docente e ammonta a 500 euro per ogni anno scolastico. Una recente condanna, dal tribunale di Napoli, ha accolto un ricorso condannando il Ministero a corrispondere ad un insegnante precario 1700 euro a titolo di Retribuzione Professionale non corrisposta ai docenti precari, che per la Carta Docente equivale a 6 mesi di lavoro. Sono tanti i ricorsi come questo perché il Ministero continua a non dare ai precari la quota prevista dalla Retribuzione Professionale di 180 euro al mese e nemmeno il Bonus docente (di 500 euro all’anno).