Permessi 104 e le 5 regole che bisogna conoscere per non avere brutte sorprese

Chi usufruisce dei permessi della legge n. 104 del 1992, dovrebbe conoscere assolutamente queste 5 regole, per evitare il rischio di sanzioni.

La legge n.104 del 1992 è destinata all’integrazione sociale e all’inserimento nel diritto del lavoro per le persona handicappate. Viene data anche a chi contribuisce all’assistenza di un familiare con problemi di handicap. Lo scopo di questa legge è garantire il rispetto, la dignità umana e i diritti di libertà e autonomia a chi è handicappato. Permette, ovviamente, di avere diversi benefici e permessi.

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Legge n. 104 del 1992: le 5 regole da sapere – Galleriaborghese.it

I benefici e i permessi della legge n. 104 del 1992, vanno eseguiti seguendo determinate regole, che se non sono rispettate causano gravi conseguenze. Si può andare incontro a diverse difficoltà, come il licenziamento, nei casi più gravi, oppure sanzioni abbastanza salate. Per questi motivi è doveroso conoscere le 5 regole su come usufruire dei vantaggi della legge n. 104. Senza incappare in situazioni scomode.

Le 5 norme sui permessi della legge n.104: da conoscere e seguire

Informarsi è importantissimo e nonostante nei secoli scorsi era complesso, ora che possiamo e abbiamo tutto, ci informiamo sempre di meno, concentrandoci su banalità e cose futili. L’avere troppe informazioni e metodi per conoscere tutto ciò che si desidera, avendo tutti i comfort e le comodità, ci ha portati a conoscere di meno la politica e le relative leggi, focalizzandoci su social network e apparenze. Proprio per questo, oggi, suggeriamo a chi detiene i privilegi della legge n. 104 del 1992, di informarsi per evitare brutte sorprese.

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Informarsi sulle 5 regole legate ai permessi della legge 104 è importante – Galleriaborghese.it

Iniziamo con la prima regola: i permessi per le visite mediche sono un diritto che nessuno potrà mai togliere, specialmente se la persona disabile deve fare delle visite legate alla propria invalidità. In questo caso, si può ovviamente richiedere un permesso, inoltre, anche chi accompagna la persona può richiedere un permesso retribuito per assistere il familiare con problemi di handicap. Tuttavia, il datore di lavoro può, addirittura, ingaggiare un investigatore privato per controllare se davvero si va ad una visita o se si passa la giornata ad oziare, perché si aveva poca voglia di lavorare.

Se il disabile si ammala, la persona che lo assiste ha diritto a richiedere il permesso per poter prendersi cura del malato, anche se si tratta solo di influenza. Oltre tutto, per una persona con gravi problemi di salute, una sciocchezza come una gastroenterite, può trasformarsi in un grande problema, poiché se non riesce a camminare bene, bisogna aiutarlo per portarlo al bagno e non può restare solo. Proprio per questo è una motivazione più che valida per chiedere un permesso retribuito.

Se il disabile, tra tutte le visite mediche, deve andare a fare riabilitazione o fisioterapia, chi si prende cura di lui, può richiedere un permesso per accompagnarlo. Tuttavia, la riabilitazione non è come un normale controllo medico che capita una tantum, ma potrebbe rivelarsi un periodo molto lungo. La fisioterapia è molto importante per il disabile, proprio per questo, se le visite non possono essere spostate in giorni non lavorativi, chi lo assiste può richiede un permesso retribuito all’INPS.

Inoltre, il lavoratore disabile può usufruire dei permessi della legge n. 104 per passare una giornata al mare, poiché tali permessi servono per poter staccare la spina e dare un po’ di tregua all’invalido, ma la situazione cambia con chi lo assiste. Se chi si occupa del familiare disabile, sfrutta i permessi per passare una giornata al mare, senza prendersi cura del familiare, si rischia una denuncia o il licenziamento per giusta causa. Tuttavia, se si accompagna il disabile al mare e si va insieme, non si rischia nulla.

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Occuparsi di un familiare non autosufficiente è un’attività stancante – Galleriaborghese.it

Si possono richiedere permessi per accompagnare il disabile a sbrigare pratiche burocratiche. Per esempio, la persona con handicap deve richiedere l’indennità di accompagnamento o gli arretrati della pensione di invalidità, se non può recarsi autonomamente al CAF, né è in grado di sbrigare le pratiche tramite computer o smartphone, deve essere aiutato dal caregiver, ovvero, chi si occupa di lui, che può richiedere un permesso retribuito al datore di lavoro o all’INPS, senza ripercussioni.

Il caregiver può utilizzare i permessi della legge n. 104 per occuparsi del disabile, tuttavia, essendo un’attività alquanto impegnativa sia a livello fisico che mentale, soprattutto se il familiare non è autosufficiente, si può ritagliare del tempo per riposare, ma dev’essere una minima parte della giornata.

Non si possono utilizzare i permessi della legge n. 104 del 1992 per determinate attività, specialmente per chi si occupa del disabile. Dunque, gli atteggiamenti da evitare, per non rischiare grevi sanzioni e il licenziamento, sono:

  • Andare dal parrucchiere, barbiere o centri estetici e di benessere;
  • Andare a fare shopping per bisogno personale;
  • Andare a divertirsi a l bar o in altri locali ed eventi;
  • Andare al mare per divertimento personale;
  • Viaggiare nei tre giorni settimanali di permesso.

Comunque, ci sono anche delle attività in cui è concesso usufruire dei permessi della legge n. 104 del 1992, senza ripercussioni, sanzioni, licenziamenti e denunce. Quali sono?

  • Andare a fare shopping per i bisogni del disabile;
  • Andare in farmacia per medicinali destinati all’invalido;
  • Svolgere servizi per conto della persona disabile;
  • Svolgere servizi per proprio conto, ma in un lasso di tempo molto ristretto;
  • Partecipare ad eventi, seminari e convegni in cui si approfondisce e si parla della patologia di cui è affetto il familiare che si assiste;
  • Risolvere imprevisti, purché in un tempo limitato.
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