Perché i giapponesi vivono più a lungo rispetto al resto del mondo: il merito è dei bambini

Perché i giapponesi vivono più a lungo rispetto agli altri popoli? Il segreto sta nell’educazione dei bambini 

In molti si chiedono come mai i giapponesi abbiano da sempre una longevità maggiore rispetto al resto del mondo. La verità è che il merito è solo ed esclusivamente dei bambini: ecco perché.

Perché i giapponesi vivono più a lungo rispetto al resto del mondo
Perché i giapponesi vivono più a lungo rispetto al resto del mondo – Galleriaborghese.it

Secondo uno studio pubblicato recentemente i giapponesi sono coloro che vivono di più rispetto al resto del mondo, e questo accade soprattutto grazie ai bambini. A quanto pare chi nasce in Giappone ha una prospettiva di vita migliore e aspettative di vita alte grazie allo stile di vita e all’alimentazione. Vediamo però qual è il segreto della longevità dei giapponesi.

I bambini giapponesi sono i più sani del mondo e vivono più a lungo: ecco perché

II Paese del Sol Levante è famoso per la longevità e infatti i bambini che nascono da questa parte del mondo hanno una salute migliore rispetto agli occidentali. Secondo i dati non è un caso infatti che meno di un bambino su 5 sia in sovrappeso mentre il tasso di obesità è pari al 4,2%. Sono dati eccezionali rispetto agli altri Paesi europei dove in media il 29% dei bambini, tra i 7 e 9 anni, sono in sovrappeso e in stato di obesità.

I Giapponesi vivono più a lungo: il merito è dei bambini
I Giapponesi vivono più a lungo: il merito è dei bambini – Galleriaborghese.it

L’Italia si trova al quarto posto per obesità infantile con un tasso del 40%. Come mai accade questo? In Giappone, a partire dalle scuole elementari, ai bambini viene servito un pasto salutare spesso composto da riso, pesce e alimenti coltivati localmente. Mentre, come spiega Davide Libreri, pediatra dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, gli italiani iniziano dalla mattina a mangiare molti zuccheri infatti il latte è sempre presente.

Secondo il medico bisogna cambiare l’approccio alla colazione partendo anche da quella salata composta da pane, formaggio, uova, prosciutto, ma anche yogurt, insomma qualunque cosa che non siano biscotti e merendine. Fondamentale è anche il pranzo, ad esempio i bambini giapponesi non mangiano pasta, ma riso che, sebbene abbia un indice glicemico più elevato della pasta, apporta meno calorie perché ne mangiano poco, e raffreddato.

Altro problema sono le bevande gassate e zuccherate che in Giappone non vengono servite ai bambini ai quali invece si preferisce dare tè oppure acqua. Fondamentale è anche l’educazione all’alimentazione che viene nelle scuole. I bambini giapponesi visitano fattorie, apprendono nozioni sull’alimentazione, partecipano alla mensa e non possono portare cibo a scuola dove chiaramente non troveranno nemmeno distributori automatici.

Tutto chiaramente parte anche dai genitori che devono dare il buon esempio a tavola e concedere ai bambini solo qualche sgarro. Va bene ogni tanto un biscotto o una barretta di cioccolato, come anche un gelato, ma non bisogna esagerare. Ovviamente fondamentale è anche favorire il movimento facendo svolgere anche ai bambini 60 minuti di attività fisica moderato o intensa al giorno.

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