Pensione di reversibilità: l’Inps richiede i soldi indietro, sono molti a dover restituire l’assegno

Il rischio di dover restituire la pensione di reversibilità è reale per alcuni contribuenti: scopriamo per chi e come evitare che accada.

La situazione è questa: in questo momento l’INPS è al lavoro per verificare i dati reddittuali di alcuni pensionati. Gli anni oggetto del controllo sono il 2019 ed il 2020, in quanto a redditi percepiti, ed inoltre è stata messa sotto la lente d’ingrandimento dell’Istituto anche la pensione di reversibilità per l’anno 2020. Ed il controllo è di tipo incrociato.

Chi rischia di dover restituire la pensione di reversibilità
L’Inps in alcuni casi specifici potrà richiedere indietro la somma erogata Galleriaborghese.it

In altre parole, se l’Istituto rileverà che la somma dei redditi percepiti ha superato determinate soglie, ecco che potrà decidere di decurtare parte dell’importo della pensione di reversibilità per compensazione, fino alla soglia del 50% dell’intero ammontare. Dunque arrivando finanche a ridurla della metà del suo valore.

L’operazione di verifica e di controllo si è resa necessaria da parte dell’Istituto per accertare quanti importi siano stati indebitamente versati ai percettori e di quale entità, provvedendo in caso di conferma appunto con la richiesta di restituzione di parte della pensione di reversibilità. Va detto che queste operazioni non risultano di tipo straordinario, bensì ciclico: l’INPS infatti verifica costantemente che la pensione di reversibilità sia versata ai percettori che effettivamente ne abbiano diritto.

La categoria di pensionati oggetto delle verifiche e dei controlli incrociati dell’INPS

Le operazioni di controllo incrociato effettuate dall’INPS riguardano i dati reddituali del pensionati ex INPDAP che hanno prestato servizio nel settore pubblico. A coloro che risulteranno a debito, l’Istituto chiederà dunque di restituire le somme indebitamente percepite, dilazionando l’ammontare totale in un massimo di 60 rate mensili, ovvero di 5 anni.

Chi rischia di dover restituire la pensione di reversibilità: vediamo i dettagli
Alcune categorie potrebbero restituire le somme percepite Galleriaborghese.it

Per i primi pensionati verificati, la dilazione è cominciata già a partire dallo scorso mese di Agosto 2023, a seguito della segnalazione effettuata dall’Istituto stesso ai diretti interessati per consentire loro di procedere con un’eventuale contestazione o richiesta di rettifica entro 30 giorni dalla ricezione dell’avviso di imminente decurtazione. 

Il rischio di dover restituire somme percepite ma non dovute ricade sui percettori di pensione di invalidità che godano anche di redditi aggiuntivi. Ed è proprio il rapporto tra questi ultimi ed il trattamento minimo annuo garantito dal Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti – pari a 563,74 Euro per l’anno in corso 2023 – a determinare l’entità della decurtazione. Per maggiori approfondimenti e dettagli, è consigliabile consultare il sito web istituzione dell’INPS o rivolgersi fisicamente presso uno sportello del territorio.

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