Le controversie legate all’uso dell’intelligenza artificiale nell’arte
Il punto di vista degli artisti che hanno scelto di dare una possibilità all’IA
Controversie legali a parte, alcuni artisti hanno scelto di provare a usare l’intelligenza artificiale come un nuovo strumento per dare vita alle proprie idee. Parlando con l’emittente CNBC, l’artista visivo Rubem Robierb, specializzato nella creazione di installazioni, ha ammesso di essere un po’ intimorito dall’IA, ma di voler comunque provare a sperimentare con le possibilità che offre. Ha però specificato di ritenere necessaria l’implementazione di apposite leggi a tutela della proprietà intellettuale.
Nel frattempo si può cercare di usare le immagini generate dall’intelligenza artificiale in modo etico, come fatto Refik Anadol per realizzare alcune delle sue opere, tra cui “Artificial Realities: Coral”, nata sulla base di oltre 135 milioni di immagini di coralli reperibili online. L’artista visivo ha fatto il possibile per addestrare l’algoritmo al quale si è affidato senza violare il diritto d’autore di altri creativi. Secondo Bettina Korek, CEO della galleria d’arte londinese Serpentine, quando il pubblico ammira le opere di Anadol ha prima a che fare con l’arte e solo in un secondo momento con la tecnologia che è stata usata per crearla.
Un po’ come Robierb, anche Shane Guffogg, artista specializzato nella creazione di opere astratte, ha ammesso di avere dei sentimenti contrastanti nei confronti dell’intelligenza artificiale. Se da un lato lo spaventa, dall’altro deve ammettere che le possibilità che offre sono esaltanti. Guffogg convive con la sinestesia, un fenomeno neurologico che porta ad associare alcuni stimoli a dei sensi che normalmente non sono coinvolti nella loro percezione. Diventa così possibile vivere esperienze insolite, come “sentire” i colori o “vedere” i suoni. Uno dei sogni dell’artista è sempre stato quello di trasformare le sue opere in musica e grazie all’intelligenza artificiale ciò è diventato possibile. Guffog, infatti, ha lavorato al progetto “Sounds of Color” assieme a Jonah Lynch, programmatore di software di intelligenza artificiale, e al pianista Anthony Cardella, che hanno unito le forze per creare un brano basato sulla arte. L’artista ha ammesso di essersi commosso quando l’ha ascoltato per la prima volta: “Ho potuto sentire tutte le influenze musicali che ho percepito mentre stavo dipingendo”, ha raccontato.
Pur ritenendo l’IA uno strumento potenzialmente utile, sia Robierb che Guffog si sono detti contrari alla rimozione dell’elemento umano. Dal loro punto di vista, l’idea creativa deve sempre partire dall’artista e solo le opere realizzate in “modo classico” possono essere considerate originali. La tecnologia può aiutare chi cerea a espandere i propri orizzonti, ma non deve sostituirsi a lui.