Insonnia, un sintomo troppo spesso ignorato: ecco quando può essere fatale

In alcuni casi l’insonnia può rivelarsi un campanello d’allarme da non ignorare: quando prestare attenzione a questa condizione.

In media tutti, almeno una volta nella vita, hanno sperimentato la frustrante sensazione di non riuscire a dormire la notte. Questa condizione è dovuta da diversi fattori, ma quando diventa continuativa prende il nome di insonnia.

Insonnia, il sintomo sottovalutato
Insonnia, quando questo sintomo non andrebbe ignorato – galleriaborghese.it

Generalmente, il nostro corpo è regolato da un ritmo sonno-veglia. Ciò permette di indicare al nostro corpo che le ore notturne sono dedicate al riposo rigenerativo. Il sonno, infatti, rappresenta una fondamentale esigenza biologica; descritto come uno stato di riposo in contrapposizione alla veglia. I medici lo identificano come una ‘sospensione periodica della coscienza’, durante la quale l’organismo si rigenera, ricaricando le energie.

Tuttavia, può capitare di non riuscire a rilassare i sensi, sperimentando una sensazione di ansia che non permette il riposo. Questo potrebbe essere causato dall’adrenalina, dalle cattive abitudini quotidiane o più comunemente, dallo stress. In ogni caso, per contrastare l’insonnia è necessario agire sul problema primario, insieme all’aiuto di eventuali integratori di melatonina. Tuttavia, quando la situazione si fa persistente, è bene fare attenzione a questo sintomo poiché in alcuni casi può rivelarsi letale.

Quando l’insonnia è sintomo di una patologia

In primo luogo, partiamo dal presupposto che un’insonnia frequente andrebbe comunicata sempre al proprio medico, così da intercettare il problema e tornare a condurre uno stile di vita sano. In linea massima, si tratta di una condizione dovuta dallo stress e altre condizioni che possono essere controllate mediante terapia e risoluzione della causa.

Insonnia e patologia
Insonnia familiare fatale: cos’è e quando si manifesta – gaalleriaborghese.it

Dunque, non c’è nulla di particolarmente allarmante nello sperimentare l’insonnia, ragion per cui, quando questo avviene, andrebbe accettata: il timore dell’insonnia può solo portare ad avere più difficoltà a rilassare il sistema nervoso. Una notte in bianco non ha mai fatto male a nessuno e può essere l’occasione giusta per fare cose che in giornata non si ha tempo di fare, come leggere un libro o dedicarsi alle proprie passioni. Ma, c’è un ma.

Come detto inizialmente, se tale condizione diventa recidiva, è necessario effettuare i controlli opportuni. Sebbene non si conosca abbastanza, esiste una patologia chiamata ‘insonnia familiare fatale’. Si tratta di una malattia genetica estremamente rara e pericolosa che colpisce il sistema nervoso centrale. Questa condizione, causata da proteine ‘infettive’ chiamate prioni, è stata identificata per la prima volta nel 1986.

La IFF, caratterizzata da un decorso rapido e inevitabilmente letale, si manifesta attraverso una serie di sintomi neurologici e comportamentali, con l’insonnia come segno distintivo iniziale. Per fortuna, solo 57 casi sono stati confermati in tutto il mondo, di cui 2 in Italia, la IFF è una delle malattie prioniche più rare.

Attualmente, non esistono cure risolutive per le malattie da prioni, compresa la IFF. Tuttavia, la ricerca continua nella speranza di trovare possibili trattamenti. In Italia, ad esempio, è in corso uno studio sull’uso dell’antibiotico doxiciclina. Nel contempo, sono numerosi i centri di ricerca in tutto il mondo, tra cui quelli in Italia, negli Stati Uniti e in Germania.

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