Si registra un declino delle pensioni in Italia. Analizziamo Quota 102, Quota 103 e le implicazioni sul Gender Gap.
In Italia, il 2023 ha visto una significativa diminuzione degli importi delle pensioni. Ciò ha suscitato preoccupazioni tra la popolazione e sollevando interrogativi sulle cause di questo calo. Analizzando i dati forniti dall’INPS, emerge chiaramente che questo declino è strettamente connesso alle restrizioni delle uscite anticipate, iniziate con la fine di Quota 100 e proseguita con l’implementazione di Quota 103. Tuttavia, la limitazione inflitta anche a Opzione Donna ha contribuito ulteriormente a questo trend preoccupante. I dati dell’INPS indicano che nel 2023 sono state liquidate 764.907 pensioni, con una diminuzione dell’11,07% rispetto al 2022.
![calo delle pensioni registrato](https://www.galleriaborghese.it/wp-content/uploads/2024/01/pensione-26012024-galleriaborghese.it_.jpg)
Le pensioni di vecchiaia sono scese del 2,38%, mentre le pensioni anticipate nel periodo di transizione da Quota 102 a Quota 103 hanno subito un drastico calo del 16,09%. Anche le pensioni ai superstiti hanno registrato un decremento del 17,98%, mentre quelle per le invalidità sono diminuite del 13,55%.
L’anno delle pensioni nel complesso ha visto un aumento dell’importo medio mensile, salendo a 1.140 euro, in leggero rialzo rispetto al 2022. Tuttavia, l’assegno delle pensioni anticipate ha subito un arretramento medio del 7% rispetto all’anno precedente. Questo è principalmente attribuibile al limite imposto da Quota 103, che stabilisce che i trattamenti non possono superare 5 volte l’importo del trattamento minimo. Con le modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2024, tale limite è stato ulteriormente abbassato a 4 volte, contribuendo a una diminuzione significativa degli importi pensione.
Il problema del Gender Gap
Opzione Donna, precedentemente un canale preferenziale per le lavoratrici dipendenti e autonome che desideravano ritirarsi prima del tempo, ha subito una forte limitazione. Il ricalcolo contributivo introdotto dalla normativa ha causato un taglio dell’assegno pensionistico, portando l’importo medio a meno di 1.000 euro mensili. Questa misura ha avuto un impatto negativo sulle donne che hanno scelto questo percorso, contribuendo ulteriormente alla diminuzione delle pensioni.
![le donne hanno pensioni più basse](https://www.galleriaborghese.it/wp-content/uploads/2024/01/pensione-26012024-galleriaborghese.it-1.jpg)
Uno degli aspetti più preoccupanti evidenziati dai dati dell’INPS è l’incremento del gender gap nelle pensioni. A causa delle revisioni delle uscite anticipate, nel 2023 le lavoratrici hanno ricevuto un assegno medio mensile inferiore del 30,45% rispetto ai colleghi maschi. Complessivamente, l’importo medio per le donne è stato di 950 euro al mese, mentre per gli uomini è stato di 1.366 euro. Questa differenza si riflette anche nelle pensioni anticipate, con le nuove pensioni del 2023 che valgono in media 1.758 euro al mese per le donne e 2.111 euro per gli uomini.
In sintesi, il calo degli importi delle pensioni nel 2023 è il risultato delle restrizioni introdotte con Quota 103 e delle limitazioni applicate a Opzione Donna. Le pensioni anticipate hanno subito un notevole arretramento a causa dei nuovi limiti imposti, portando a un aumento del gender gap. Le donne, già svantaggiate nel sistema pensionistico, hanno visto diminuire ulteriormente i loro assegni mensili. È fondamentale esaminare attentamente queste tendenze e considerare misure che possano mitigare gli impatti negativi sulle pensioni e ridurre le disparità di genere nel sistema pensionistico italiano.