Un disturbo oculare, spesso nemmeno riscontrabile con una visita, può essere un’avvisaglia per una malattia molto grave
Al giorno d’oggi, la salute visiva è messa alla prova più che mai, con un aumento significativo dei problemi alla vista che colpiscono milioni di persone in tutto il globo. Questo fenomeno non riguarda solo gli anziani, ma coinvolge anche una crescente percentuale di giovani, sollevando preoccupazioni sulla salute oculare della società nel suo complesso. Attenzione, perché i problemi di vista potrebbero nascondere una malattia molto grave.
Uno dei principali fattori contribuenti a questa crescente problematica è l’esposizione eccessiva alle schermate digitali. Con la diffusione di smartphone, computer e dispositivi elettronici, molte persone trascorrono gran parte della giornata con gli occhi fissi su schermi luminosi. Questo comporta un’affaticamento oculare costante, che può portare a sintomi come secchezza, irritazione e visione offuscata.
Inoltre, lo stile di vita moderno spesso trascura l’importanza della pausa visiva. Lavorare per lunghe ore senza interruzioni, leggere in condizioni di scarsa illuminazione e ignorare segnali di disagio oculare sono comportamenti comuni che contribuiscono ai problemi alla vista.
La crescente incidenza di disturbi della vista, come la miopia, è anche associata a cambiamenti nella routine quotidiana. Gli esperti sottolineano la necessità di adottare abitudini più salutari, come fare pause regolari durante l’uso di dispositivi digitali, praticare esercizi visivi e limitare l’esposizione a schermi luminosi nelle ore serali.
I problemi di vista potrebbero celare un problema grave
In risposta a questa sfida crescente, è fondamentale promuovere la consapevolezza sull’importanza della salute oculare. Campagne educative e iniziative comunitarie possono contribuire a informare il pubblico su pratiche quotidiane che possono proteggere la vista e prevenire problemi futuri. In particolare perché i problemi di vista potrebbero celare un problema assai grave.
In un recente studio, un team di ricercatori internazionali guidato dall’Università della California, ha esaminato i problemi visivi che potrebbero essere alcuni dei primi segni dell’Alzheimer, scoprendo che il 94% dei pazienti aveva gli stessi problemi. Lo studio, pubblicato su Lancet Neurology, è il primo studio su larga scala sull’atrofia corticale posteriore. Dopo aver studiato 1.092 pazienti provenienti da 36 siti in 16 paesi, i ricercatori hanno concluso che l’atrofia corticale posteriore, una sindrome del cervello e del sistema nervoso che causa problemi alla vista e all’elaborazione delle informazioni visive, potrebbe predire l’Alzheimer.
Questo disturbo visivo può causare difficoltà nel valutare la distanza, nel determinare quali oggetti si muovono e quali sono fermi e nel completare attività come scrivere o raccogliere un oggetto caduto. E potrebbe non apparire nemmeno durante un normale esame oculistico. Ciò significa che i soggetti affetti da atrofia corticale posteriore potrebbero essere candidati ai trattamenti anti-amiloide, che vengono generalmente somministrati nelle prime fasi della malattia di Alzheimer. Ma in termini di correlazione tra questa condizione e l’Alzheimer, questo non è ancora del tutto chiaro.
