Albert Einstein non è famoso solo per la teoria della relatività, ma anche per una serie di aneddoti sulla sua vita. Non tutti divertenti.
Il grande scienziato tedesco, naturalizzato statunitense e svizzero, è considerato il più importante fisico del XX secolo, conosciuto al grande pubblico anche per la formula dell’equivalenza massa-energia, E = mc2 (ovvero l’energia = massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce), riconosciuta come l’equazione più famosa al mondo.
Vincitore nel 1921 del premio Nobel per la fisica «per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico», che è uno dei due pilastri della fisica moderna insieme alla meccanica quantistica, Einstein fu un uomo e scienziato talmente in vista da essere eletto come Persona del Secolo dalla Rivista Time nel 1999, in quanto ritenuto colui che meglio ha rappresentato il XX secolo.
Le decisioni di Einstein sul suo stato di salute
La morte di Einstein nel 1955 non fu probabilmente un fulmine a ciel sereno per lo scienziato nato in Germania, dal momento che a questo evento è legato un aneddoto particolare che ha visto il fisico affermare in maniera decisa che avrebbe voluto andarsene quando lo avesse deciso lui, e che non era giusto provare ad allungare artificialmente la vita di una persona. Ma cosa è successo?
Le decisioni che il fisico di Ulma ha preso nei riguardi della sua salute lasciano pensare che uno dei geni più grandi del mondo non avesse alcuna intenzione di permettere a chicchessia di decidere della sua salute, nemmeno a se stesso. Era anche molto ironico e ha lasciato ai posteri alcune delle massime più famose al mondo, tra cui “Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima“.
Sette anni prima di morire, nel 1948, gli fu diagnosticato un aneurisma dell’aorta addominale. L’aorta è la principale arteria che porta sangue all’ addome, bacino e gambe. Nel momento in cui si verifica un aneurisma succede che si gonfia, aumentando la possibilità di rottura e quindi di emorragia interna, che soprattutto nel caso dell’aorta addominale è quasi sempre fatale.
I medici consigliarono allo scienziato di sottoporsi ad un intervento chirurgico, ma Einstein si rifiutò di farlo anche se le sue condizioni erano piuttosto gravi. Alla domanda sul perché avesse deciso di non operarsi, Einstein rispose “Voglio andarmene quando decido io. È di cattivo gusto prolungare la vita artificialmente. Ho fatto la mia parte, è tempo di andare“.