Caro benzina, è tutta una beffa: ecco quanto guadagnano davvero i benzinai

Nuova beffa riguardante il caro benzina. Il guadagno dei benzinai lascia tutti con l’amaro in bocca: cosa succede davvero in Italia. 

Il prezzo della benzina in Italia si è rialzato vertiginosamente. Una situazione che preoccupa milioni di italiani, che a causa del costo dei carburanti si trovano non poco in difficoltà. Per questo motivo sono tantissimi i cittadini che si chiedono se cambiando prospettiva ci sia una minima possibilità di guadagno invece che di spesa. Bisogna subito partire col dire che l’inflazione e la crisi energetica hanno colpito principalmente il settore dell’energia ed i trasporti in senso lato.

Caro Benzina quanto guadagnano davvero benzinai
Il caro benzina continua a preoccupare gli italiani- GalleriaBorghese.it

Anche le famiglie però hanno subito l’aumento dei prezzi. Per questo motivo il dibattito che coinvolge sia la politica che gli addetti ai lavori si sta infiammando. La domanda che si pongono tutti gli italiani è: “Quanto guadagnano realmente i distributori al mese?” Ma soprattutto quali sono le pratiche per diveltarlo? Oggi quindi andremo a scoprire la risposta a questa domanda, facendo chiarezza su quanto guadagnano i benzinai italiani e quali sono i vantaggi del lavorare in questo settore.

Caro Benzina, la beffa più grande: rivelati i guadagni dei benzinai

In Italia tiene banco da diverso tempo la questione dei guadagni dei distributori di carburante. L’argomento suscita spesso interesse e sviscerarlo potrebbe darci una nuova prospettiva sulla situazione presente sulla penisola. Partiamo col considerare i guadagni di un benzinaio dipendente. La loro busta paga mensile oscilla in base all’esperienza. Mentre un nuovo assunto potrebbe ricevere 870 euro al mese, un benzinaio con più esperienza potrebbe arrivare a guadagnare 1.570 euro mensili. La situazione cambia però per i proprietari dei distributori.

Caro Benzina quanto guadagnano davvero benzinai
Il caro benzina preoccupa gli italiani, ma il guadagno dei benzinai è davvero così alto? – Credits: Ansa Foto – GalleriaBorghese.it

Infatti proprio loro guadagnano una percentuale sul prezzo di vendita del carburante, che viene influenzato da vari fattori come i platts (il prezzo di vendita di una tonnellata di benzina o gasolio nelle raffinerie) e le tasse. Tipicamente il margine di profitto per i distributori è intorno al 10% del prezzo finale. Per aprire un distributore di carburante, ci sono diversi requisiti e procedure da seguire. Per prima cosa bisogna scegliere un luogo che sia conforme al piano regolatore del Comune.

Inoltre il titolare non deve avere dichiarazioni di fallimento o condanne, e devono essere ottenute varie autorizzazioni e concessioni, incluse quelle da parte del Comune, dei vigili del fuoco e dell’ASL. L’avvio di una pompa di benzina potrebbe richiedere un processo la cui durata può arrivare fino ad un anno. I costi per aprire un distributore di benzina possono essere significativi e includono spese per licenze, costruzione o ristrutturazione dei locali, acquisto di attrezzature, mobili, allacciamenti delle utenze e capitale circolante.

In generale il costo potrebbe arrivare fino a circa 500mila euro, anche se l’utilizzo di pompe self-service può aiutare a ridurre i costi del personale e di gestione. Per quanto riguarda le tasse sui carburanti in Italia, il Paese ha uno dei pesi fiscali più alti al litro al mondo. Questo può essere evidente confrontando i prezzi con quelli di altri Paesi europei, dove si risparmia anche fino a 40 centesimi per litro. Proprio la tassazione è uno di quei fattori che in Italia determinano l’altissimo costo dei carburanti.

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