Assegno di Inclusione: se non comunichi correttamente con l’Inps rischi addirittura il carcere

Chi percepisce l’Assegno di Inclusione deve fare attenzione a una comunicazione da inviare all’INPS: si rischia il carcere

Il governo Meloni ha ridisegnato alcune misure di aiuto e sostegno al reddito, primo tra tutti il Reddito di Cittadinanza. La misura introdotta dal governo Conte nel 2019 non è mai stata vista di buon occhio dal Centro-Destra che, una volta salito al governo, ha deciso di modificarla radicalmente.

Comunicazione INPS
Errore da non commettere per l’ADI (Facebook Inps) – Galleriaborghese.it

E così il Reddito di Cittadinanza è andato in pensione per lasciare il posto a due altre misure di assistenza sociale: l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Reddito. L’Assegno di Inclusione, nel dettaglio, spetta ai nuclei familiari con all’interno over 60, disabili o minori. Per potere ottenere la misura bisogna presentare apposita domanda all’INPS.

Assegno di Inclusione: attenzione a non commettere questo grave errore

Quando si fa domanda all’INPS per ottenere l’Assegno di Inclusione bisogna prestare attenzione a non commettere un errore che potrebbe addirittura costare il carcere. Così come era per il RdC, anche nel caso dell’Assegno di Inclusione bisogna prestare attenzione alle dimissioni dal lavoro sia quando rassegnate nei 12 mesi prima della domanda che durante il periodo di percezione della misura.

Non fare questo errore con l'Assegno di Inclusione
Non fare questo errore con l’Assegno di Inclusione (Foto Facebook INPS) – Galleriaborghese.it

L’articolo 2, comma 3 del Decreto n. 48 del 2023, specifica che la possibilità di richiedere l’Assegno di inclusione è preclusa a tutti quei nuclei familiari con uno o più componenti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie rassegnate negli ultimi 12 mesi. Per questo motivo è bene non cadere nella “trappola” delle dimissioni visto che le sanzioni previste per i trasgressori possono essere molto severe.

Consigliamo quindi ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione di ricorrere alle dimissioni volontarie solo per extrema ratio. La legge considera infatti le dimissioni tutte allo stesso modo, eccetto quelle per giusta causa che invece non hanno conseguenze negative per il lavoratore, come pure la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro intervenuta nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604.

Quindi qualsiasi tipo di dimissione, eccetto quelle per giusta causa, vanno comunicate all’INPS. Tale comunicazione può essere fatta in due modi differenti. Se le dimissioni sono antecedenti alla domanda, tenendo conto di un arco temporale di 12 mesi, bisogna comunicarlo nel modulo della domanda, che automaticamente verrà respinta. Quindi, il consiglio che vi diamo è di evitare proprio di farne domanda.

Se invece le dimissioni sono successive alla domanda va presentato, entro 30 giorni dall’evento, il modulo Adi Com-Esteso, ricorrendo ai servizi offerti da Caf e patronati. La legge prevede che l’omessa comunicazione è punita con la reclusione da 1 a 3 anni, oltre alla decadenza del sostegno e alla restituzione degli importi percepiti indebitamente.

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