Assegno di Inclusione revocato immediatamente: massima attenzione a non commettere questo errore

Obblighi e divieti per l’assegno di inclusione: una guida dettagliata per conservare il beneficio senza rischi.

L’Assegno di inclusione richiede il rispetto di vari obblighi e divieti per evitare la sospensione o la revoca del sostegno. Come per il Reddito di cittadinanza, anche l’Assegno di inclusione è soggetto a norme stringenti, e il mancato rispetto comporta sanzioni severe. È essenziale essere informati su cosa fare per non rischiare di perdere il beneficio. Nei casi più gravi, sarà obbligatorio restituire quanto percepito.

Evita la revoca Immediata dell'Assegno di Inclusione: guida essenziale
Assicura il mantenimento del tuo assegno di inclusione seguendo gli obblighi.
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L’Assegno di inclusione è collegato a politiche attive che prevedono l’affiancamento da parte dei servizi sociali comunali o dei servizi per il lavoro. Pertanto, è necessario presentarsi presso i servizi sociali competenti entro il 120° giorno dalla sottoscrizione del Piano di Attivazione Sociale (Pad). Chi non lo fa, incorre nella sospensione del beneficio. Inoltre, bisogna rispondere alle convocazioni dei servizi sociali o dei servizi per il lavoro. In caso di assenza ingiustificata, l’Assegno di inclusione decade.

La prestazione viene tolta anche se uno solo dei beneficiari si rifiuta di sottoscrivere il Patto di inclusione (con i servizi sociali) o il Patto di servizio personalizzato (con i servizi per il lavoro), o se non partecipa alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione previste nel Patto di inclusione o di servizio personalizzato. La mancata frequenza di un percorso di istruzione per adulti di primo livello o comunque funzionale all’adempimento dell’obbligo di istruzione, così come il rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, comportano anch’essi la decadenza del beneficio.

Requisiti relativi all’attività lavorativa e alla comunicazione delle variazioni per l’Assegno di inclusione

L’Assegno di inclusione non è incompatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa; entro i primi 3.000 euro di reddito, è persino cumulabile. Tuttavia, Tuttavia, l’INPS deve essere informato della propria condizione lavorativa utilizzando il modello Adi-Com entro 30 giorni dall’avvio dell’attività di lavoro subordinato.

Requisiti per l'Assegno di Inclusione: lavoro e comunicazioni
Mantieni l’Assegno di Inclusione rispettando i requisiti per il lavoro e la comunicazione (galleriaborghese.it)

Chi avvia un’attività di lavoro autonomo deve dare comunicazione entro il giorno precedente l’inizio dell’attività e poi informare l’INPS ogni trimestre rispetto al reddito percepito. Il mancato rispetto di queste scadenze comporta la decadenza dell’Assegno di inclusione.

Lo stesso vale per chi viene scoperto durante le attività ispettive mentre svolge lavoro nero, per il quale ci sono anche sanzioni penali oltre all’obbligo di restituire quanto percepito indebitamente. L’Assegno di inclusione viene tolto anche quando nel periodo di fruizione vengono meno i requisiti per beneficiarne.

Con il modello Adi-Com ci sono 15 giorni di tempo per comunicare tutte quelle variazioni che incidono sulla percezione del beneficio. Chi non lo fa va incontro alla decadenza della misura. L’Assegno di inclusione si perde anche quando non vengono comunicate all’INPS le variazioni riferite ai componenti del nucleo familiare, come l’aggiunta o l’uscita di uno o più componenti. In tal caso, è obbligatorio presentare una DSU ai fini ISEE aggiornata entro un mese dall’evento e, eccetto i casi di nascita e morte, sarà necessario presentare anche una nuova domanda di Assegno di inclusione.

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