Al Bano Carrisi, cosa faceva prima di diventare famoso? Amaro retroscena, ha raccontato tutto

Al Bano racconta la sua vita prima di diventare famoso, ma sapete cosa faceva il notissimo cantante? L’amaro retroscena.

Al Bano, alla soglia degli 80 anni, si è raccontato in un’intervista esclusiva in cui ha parlato della sua vita, della sua carriera, degli inizi e di cosa faceva prima di diventare famoso. Ecco l’amaro retroscena che non tutti conoscevano.

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Al Bano e la sua vita prima del successo. Foto: Ansa – galleriaborghese.it

Al Bano Carrisi ha compiuto 80 anni e ha deciso di raccontarsi in una lunga intervista al Corriere della Sera ad Aldo Cazzullo. Toccante il retroscena che riguarda i suoi genitori e il modo in cui l’hanno messo a mondo. Le parole di Al Bano ricordano gesti che oggi quasi non esistono più e amori che superano le più grandi difficoltà.

Al Bano, il racconto della sua vita e l’amaro retroscena sul passato

Al Bano ha raccontato come è nato il suo nome, perché i genitori decisero di chiamarlo proprio in questo modo. Il padre, un soldato mandato in Albania, era analfabeta e quando fece la classica “fuitina” con la mamma imparò a scrivere per mandarle lettere dal fronte. Così, in una di queste, scrisse che se avessero avuto una femminuccia l’avrebbero chiamata Alba, se un maschietto Albano. E così poi quando il cantante entrò nel ‘clan’ di Celentano gli cambiarono il nome staccandolo.

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Al Bano e la sua vita: cosa faceva prima di diventare famoso. Foto: Ansa – galleriaborghese.it

Il padre, un ormone grande e grosso, per sfuggire ai tedeschi fu fatto prigioniero nei lager e il cantante ricorda ancora quei momenti. “Mio padre che torna a casa dalla prigionia. Mamma aveva avuto un sogno premonitore: san Marco, il patrono di Cellino, le disse che papà sarebbe tornato il giorno della sua festa. Domenica 29 luglio 1945, festa grande di San Marco, mio padre tornò. Ricordo un profumo strano, che sentivo per la prima volta. Lui estrasse una tavoletta scura: “Sai cos’è questo? Il cioccolato”. Gli americani lo regalavano ai prigionieri liberati, e lui ne aveva messo da parte un poco per il suo primogenito, che non aveva mai visto.

Al Bano ha vissuto la sua infanzia nei campi imparando a raccogliere le olive già a sei anni, a curare la vite, ma nel frattempo studiava e maturava un sogno: quello della musica. “Cantavo sempre, anche nei campi, e il mio idolo era Modugno, cresciuto nel paese qui accanto, San Pietro Vernotico”.

Poi la partenza per Milano con la classica valigia di carta e l’arrivo in città. “Andai a fare l’imbianchino. Dormivo in cantiere, al Giambellino, in una stanza al pianterreno, alla luce di quattro candele. Ma non mi pagavano. Ero rimasto con mille lire. Andai alla Standa, a comprare sette michette e la carne in scatola. Vidi la Simmenthal e le lattine con la scritta “Ananas”. Pensai a una sottomarca. Le aprii: “Mamma mia quant’è gialla la carne a Milano!”. Ho mangiato pane e ananas per una settimana”. 

Poi passò a lavorare nei ristoranti e fece il cameriere per moltissimi anni fino a passare poi al lavoro in fabbrica senza mai dimenticare la musica. Nel clan di Celentano ci arrivò passando un provino e poi l’esordio a Sanremo. “Fuori dall’Ariston c’era un signore piccolo e villoso, in mano un grande cappello, con cui chiedeva l’elemosina. Me lo ritrovai in gara. Vinse clamorosamente. Era Lucio Dalla”. Poi il successo e oltre un milione di copie con il brano “Nel sole” e quindi la prima cosa che fece fu far salire i genitori a Milano. Ma il padre, a abituato al paese, non riusciva ad adattarsi e dopo due settimane tornò in Puglia.

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